sabato 10 marzo 2012
Fontanarossa, nubifragio. SAC estranea ad allagamento S. Maria Goretti. Mancini: "Tutelare quartiere e scalo. Da riconsiderare il campo Rom"
In presenza di eventi atmosferici straordinari, come il nubifragio di mercoledì 7 marzo, che ha provocato allagamenti e danni – per di più di notte, quando ormai non pioveva più - occorre tutelare sia il Villaggio S. Maria Goretti sia l’Aeroporto Internazionale di Catania Fontanarossa. E’ il messaggio lanciato oggi dal presidente della SAC, Gaetano Mancini, nel corso della conferenza stampa indetta per fare chiarezza rispetto alle voci che indicavano lo scalo etneo responsabile dell’allagamento del Villaggio Goretti. Ipotesi prive di fondamento, come conferma anche il verbale redatto dalla Prefettura di Catania al termine della riunione di ieri del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Il presidente Mancini, che accoglie positivamente l’avvio di un’inchiesta da parte della magistratura etnea, nel ricordare come SAC gestisca per conto dello Stato una infrastruttura pubblica al servizio di milioni di persone, fra cui disabili e anziani ritiene indispensabile riconsiderare la presenza dell'insediamento Rom nell'interesse delle famiglie che ormai da quasi un anno vivono nel campo di calcio Fontanarossa. “Occorre infatti tutelare anche loro – dice Mancini - Come era facile prevedere il campo di calcio dove sono alloggiati, in presenza di pioggia intensa si e' allagato e queste famiglie, con bambini e anziani al seguito, hanno davvero rischiato grosso. Tanto che sono venuti, in autonomia, a ricoverarsi in aeroporto per trascorrere la notte. Occorre quindi prendere atto del fatto che il campo attuale non garantisce condizioni di vivibilità in queste occasioni che, purtroppo, si stanno facendo sempre più frequenti ”. Con il presidente Mancini e il direttore generale SAC, Renato Serrano, erano, oltre all'Accountable Manager dott. Paolo Antonelli, i responsabili tecnici dello scalo che hanno vissuto in prima persona l’emergenza: Massimo Donato (Post Holder Movimentazione), Luigi Bonfiglio (Post Holder engineering), Francesco D’Amico (Post Holder terminal) e Antonio Palumbo (Post Holder manutenzioni). “Non esiste alcuna idrovora nell’Aeroporto Fontanarossa che possa pompare acqua verso l’esterno”, hanno spiegato i tecnici alla stampa illustrando sulla planimetria la dinamica dell’allagamento del sedime aeroportuale che ha visto colpire in prima battuta la superficie della Guardiacostiera (a nord-ovest del sedime aeroportuale), quindi l’area del rifornimento carburante e successivamente il piazzale antistante gli uffici Enac e Sac. Sul terreno è ancora visibile uno strato di fango e detriti che, evidentemente, non provengono dall’aeroporto ma dal bacino imbrifero. L'aeroporto infatti non ha chiuso per allagamento quanto per la grandine. Ed inoltre l'allagamento delle aree esterne, con la dinamica sopra ricordata, si e' verificato ben due ore dopo la conclusione della pioggia e la riapertura dello scalo. Nel corso dell’incontro di stamani i tecnici della SAC, che già lo avevano reso noto ieri nel corso del tavolo tecnico convocato dalla Prefettura, hanno riferito del sopralluogo effettuato lungo il perimetro del campo di calcio Fontanarossa dove il muro di recinzione è pericolosamente inclinato di 20° sul canale. Se dovesse crollare potrebbe ostruire seriamente il canale e impedire il regolare flusso delle acque piovane.
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